La perfezione della postura che tanto preoccupa molte delle persone che oggi praticano yoga, non dovrebbe riguardare solo l’aspetto fisico, tutto sommato marginale, ma anche e soprattutto l’aspettto mentale, legato al nostro ego, ai nostri desideri, alle nostre aspettative. Capire quali desideri è opportuno esaudire e quali eliminare, capire quali sono i nostri punti di debolezza e quali quelli di forza, i nostri bisogni reali e quelli che sono solo un’inutile ambizione.
“Assumere uno stile abbisogna di vigilanza e di molto tempo. Occorre essere vigilanti su di sé e sulla propria vita, avere cura del corpo, così come della vita interiore esercitarsi sempre nella responsabilità verso l’altro. Lo stile non può essere episodico, ma deve diventare un habitus, una postura” Questo scrive Padre Enzo Bianchi, priore di Bose e questo significa avere la capacità di concentrarsi nella propria vita. Essere sempre consapevoli delle proprie azioni e reazioni, dei propri pensieri positivi e negativi, di quello che accade nella nostra mente e nell’ambiente circostante ci permette di capire chi siamo e cosa dobbiamo cambiare. Lo scopo dell’attività introspettiva non è solo il benessere psico-fisico, inteso come una forma di rilassamento avulso dalla vita quotidiana. Lo scopo non è rimanere seduti per ore nella posizione del loto per estraniarsi, quanto essere costantemente presenti in quello che si fa e come lo si fa, in quello che si pensa e in come lo si pensa, per rendersi conto di quella che è la nostra realtà. Di come ci poniamo nella nostra esistenza e se il nostro è il modo giusto di comportarsi.
I pilastri su cui poggia lo yoga della tradizione, sono, in ordine di importanza, uno stile di vita semplice e regolare, una sadhana quotidiana, la conoscenza di noi stessi. Se vogliamo evolverci, migliorarci, dobbiamo cambiare il nostro modo di affrontare il mondo, cambiare noi stessi. Yama e niyama hanno questo scopo: cambiarci dentro. Sono dieci regole di comportamento e di stile di vita per chi pratica lo yoga, per migliorare la condotta nei confronti degli altri e di sé stessi. Ne parla per la prima volta un testo antichissimo, ma ancora oggi costituiscono una base fondamentale per la pratica dello yoga e per il proprio percorso spirituale.
Sono norme di comportamento, di ordine sociale (non violenza, onestà, sincerità, continenza, non attaccamento) e morale (pulizia, forza di volontà, adattabilità, introspezione, subordinazione al volere divino). Milioni di persone oggi praticano yoga… che per lo più è una ginnastica Yoga. Proviamo ad immaginare a quale rivoluzione sociale si darebbe inizio se tutte queste persone cominciassero a cambiare il loro stile di vita, a mettere in atto i principi di Yama e Niyama, confrontandosi con il prossimo e con la società in modo diverso.